La Candida si tratta di un fungo “opportunista” capace di colonizzare in modo stabile la mucosa vulvare e vaginale, il cavo orale e il tratto gastrointestinale senza dare sintomi o segni di malattia. Quando però si altera l’equilibrio dinamico tra le specie aggressive del germe e l’immunosorveglianza dell’ospite (lattobacilli), questo fungo diventa patogeno. I sintomi solitamente aumentano in fase premestruale perché si verifica un’alterazione dell’ecosistema vaginale provocata dal cambiamento ormonale.
Si parla allora di “candidiasi recidivante” quando la donna presenta 4 o più episodi di vulvovaginite da candida in un anno. La terapia antimicotica è efficace sul singolo attacco ma non è in grado di prevenire in modo consistente le recidive.
SINTOMI: in alcuni casi è asintomatica, mentre nei rimanenti causa intenso prurito, irritazione, secrezioni vaginali (spesso dense tipo ricotta) e disuria (dolore alla minzione). Continue infezioni possono portare alla dispareunia introitale (dolore alla penetrazione), soprattutto se la candidiasi si associa a vestibolite vulvare.
Solo un terzo delle donne affette da candida ha un tampone vaginale positivo, proprio perché in molti casi anche minime quantità di candida, seppur provocando sintomi fastidiosi, non positivizzano la coltura.
FATTORI DI RISCHIO:
Durante l’esame obiettivo, lo specialista dovrà indagare un’eventuale ipertono del muscolo elevatore dell’ano (il muscolo pelvico che sostiene i nostri organi addominali) associata spesso a dolore alla penetrazione e a microabrasioni della mucosa, spesso non visibili, che danno la sensazione alla donna di “avere dei taglietti lì”. Questi fattori facilitano l’iperattività del mastocita, cellula pro-infiammatoria che viene liberata a seguito dell’infiammazione, e il conseguente svilupparsi della vestibolite vulvare (infiammazione della mucosa del vestibolo).
L’ipertono dell’elevatore dell’ano è uno dei fattori predisponenti più trascurati nella diagnosi ambulatoriale perché se non curato, diventa un fattore di mantenimento della candidiasi recidivante, aumentando il rischio di soffrire di cistiti post-coitali (dopo un rapporto sessuale) e di stipsi ostruttiva.
Come fare per ridurre la contrattura del pavimento pelvico?
È importantissimo fare attenzione agli stili di vita …
Si parla allora di “candidiasi recidivante” quando la donna presenta 4 o più episodi di vulvovaginite da candida in un anno. La terapia antimicotica è efficace sul singolo attacco ma non è in grado di prevenire in modo consistente le recidive.
SINTOMI: in alcuni casi è asintomatica, mentre nei rimanenti causa intenso prurito, irritazione, secrezioni vaginali (spesso dense tipo ricotta) e disuria (dolore alla minzione). Continue infezioni possono portare alla dispareunia introitale (dolore alla penetrazione), soprattutto se la candidiasi si associa a vestibolite vulvare.
Solo un terzo delle donne affette da candida ha un tampone vaginale positivo, proprio perché in molti casi anche minime quantità di candida, seppur provocando sintomi fastidiosi, non positivizzano la coltura.
FATTORI DI RISCHIO:
- Terapie antibiotiche che abbassano le difese immunitarie dell’ospite e aumentano sia i nuovi episodi sia le recidive;
- la gravidanza;
- i contraccettivi orali;
- i rapporti vaginali avvenuti in condizioni di scarsa eccitazione, secchezza vaginale, ipertono pelvico con conseguenti microabrasioni dell’introito vaginale;
- iperglicemia non controllata;
- stili di vita inappropriati (biancheria intima sintetica e aderente);
- errori alimentari (eccesso di zuccheri e lieviti nella dieta);
- terapie antimicotiche inadeguate;
- tenere il costume bagnato indossato per diverse ore (il tessuto sintetico favorisce l’aumento della sudorazione portando ad un’alterazione del pH vaginale con conseguente proliferazione micotica).
Durante l’esame obiettivo, lo specialista dovrà indagare un’eventuale ipertono del muscolo elevatore dell’ano (il muscolo pelvico che sostiene i nostri organi addominali) associata spesso a dolore alla penetrazione e a microabrasioni della mucosa, spesso non visibili, che danno la sensazione alla donna di “avere dei taglietti lì”. Questi fattori facilitano l’iperattività del mastocita, cellula pro-infiammatoria che viene liberata a seguito dell’infiammazione, e il conseguente svilupparsi della vestibolite vulvare (infiammazione della mucosa del vestibolo).
L’ipertono dell’elevatore dell’ano è uno dei fattori predisponenti più trascurati nella diagnosi ambulatoriale perché se non curato, diventa un fattore di mantenimento della candidiasi recidivante, aumentando il rischio di soffrire di cistiti post-coitali (dopo un rapporto sessuale) e di stipsi ostruttiva.
Come fare per ridurre la contrattura del pavimento pelvico?
- evitare la penetrazione fino alla normalizzazione del quadro;
- rivolgersi ad un professionista che si occupa di riabilitazione del pavimento pelvico che, attraverso varie tecniche di riabilitazione (tecniche di rilassamento, biofeedback e stretching muscolare) faciliterà il rilassamento del muscolo se iperattivo o ipertonico;
- correggere la secchezza vaginale che predispone alle abrasioni.
È importantissimo fare attenzione agli stili di vita …
- evitare l’uso costante del salvaslip, e nel caso preferire quelli di cotone;
- evitare l’uso costante di pantaloni stretti e aderenti tipo jeans perché mantengono le secrezioni vaginali a contatto con la mucosa del vestibolo favorendo una persistente risposta infiammatoria;
- ridurre il consumo di zuccheri semplici e lieviti;
- utilizzare mutande di cotone, bianche e stirate;
- evitare di utilizzare dei prodotti per l’igiene intima troppo aggressivi o deodoranti intimi;
- seguire una dieta varia ed equilibrata ricca di frutta, verdura,cereali integrali e yogurt ricchi di probiotici per garantire una buona funzionalità dell’intestino e l’efficacia del sistema immunitario.