Il Vaginismo è un disturbo sessuale caratterizzato da paura e angoscia alla penetrazione, associate a variabile fobia del rapporto e ad una contrazione muscolare riflessa e quindi involontaria dei muscoli che circondano la vagina.
Quando il vaginismo non è così severo da impedire la penetrazione, il rapporto è possibile ma causa dolore: si parla allora di Dispareunia, che può essere superficiale oppure profonda se il dolore si manifesta a penetrazione completa.
Nelle donne che soffrono di vaginismo, questo muscolo è contratto eccessivamente ed in modo involontario, dando la sensazione di "avere un muro lì".
Infatti le conseguenze di ciò sono: difficoltà ad utilizzare assorbenti interni, a sottoporsi alla visita ginecologica, penetrazione difficile e dolorosa o addirittura impossibile, evitamento dell'intimità, perdita di autostima e fiducia in sè e in alcuni casi depressione.
Possono esserci vari fattori che possono contribuire e agire da fattori predisponenti, precipitanti o di mantenimento del problema sessuale.
Nella dispareunia superficiale, quindi di dolore all'inizio della penetrazione, è frequente il riscontro di infezioni della vagina (esempio infezione da Candida) o delle vie urinarie (esempio cistiti), lacerazioni da parto, episiotomia, ridotta lubrificazione, alterazione dei tessuti che si riscontrano spesso in menopausa, diminuita elasticità delle pareti vaginali e ipertono pelvico.
Nella dispareunia profonda, quindi dolore a penetrazione completa, in genere si riscontrano malattie croniche dell'intestino, endometriosi, aderenze pelviche post-operatorie, infezioni urinarie ecc...
Sul fronte biologico va sottolineato come il muscolo perineale, contraendosi, restringe il diamentro delle tre strutture che circonda e sostiene:
- la vagina, con dolore ai rapporti (dispareunia) e vaginismo
- l'ano, con emorroidi e stitichezza di tipo ostruttivo
- l'uretra, con iperattività delle pareti vescicali, urgenza minzionale e cistiti dopo i rapporti (cistiti post-coitali).
Il vaginismo può essere:
- primario, se è comparso fin dal primo rapporto sessuale;
- secondario, se è comparso successivamente (eventi traumatici, interventi chirurgici, infezioni vaginali ricorrenti, problemi relazionali, cambiamenti di vita, partner...).
Esistono 5 gradi di vaginismo:
1°) spasmo dell'elevatore dell'ano, che scompare con la rassicurazione;
2°) spasmo dell'elevatore, che persiste durante la visita ginecologica;
3°) spasmo dell'elevatore e sollevamento delle natiche al solo tentativo di visita ginecologica;
4°) spasmo dell'elevatore, inarcamento dorsale, adduzione delle cosce, difesa e retrazione;
5°) la paziente rifiuta la visita.
Il vaginismo può essere associato a fobia della penetrazione, di grado lieve, medio o severo.
I principali cofattori psichici di vulnerabilità al vaginismo primario sono:
- tabù e inibizioni educative;
- sopravvalutazione della verginità;
- paura del dolore della prima volta;
- pregresse violenze o molestie sessuali;
- paura di gravidanze indesiderate;
- paura della gravidanza e del parto;
- immaturità psicosessuale e paura di crescere;
- conflitti relativi all'identità sessuale;
- scelta del partner di tipo tenero e non erotico;
- paura di staccarsi dalla famiglia d'origine.
I principali cofattori fisici di vulnerabilità al vaginismo primario sono:
- vescica iperattiva con incontinenza da urgenza;
- pregresso dolore genitale provocato;
- trauma genitale accidentale;
- conseguenza di mutilazioni genitali femminili rituali;
- ostacoli meccanici anatomici alla penetrazione.
La terapia quindi è mirata a rimuovere la causa scatenante attraverso un approccio multidisciplinare aiutando la donna ad accettare gradualmente la penetrazione e far si che da essa possa trarre solamente piacere e non dolore.
Ricordate che una diagnosi precoce e un'immediata richiesta di aiuto terapeutico ottimizzano il successo e la velocità della cura (perchè il desiderio è ancora presente e la motivazione alla guarigione è elevata).
GLI ERRORI DA NON COMMETTERE...
- Chiudersi in sè stesse per vergogna;
- Aspettare, pensando che "il tempo risolverà tutto". In realtà il passare del tempo cronicizza il problema e lo rende di più difficile soluzione, non tanto "tecnicamente", quanto perchè la relazione di coppia tende a diventare amicale-fraterna e a perdere progressivamente l'atmosfera erotica, con il rischio di amarsi ma di non desiderarsi più;
- Rimandare la soluzione del problema fino al momento in cui si desiderano figli;
- Accettare soluzioni chirurgiche;
- Accettare psicoterapie generiche.
Quando il vaginismo non è così severo da impedire la penetrazione, il rapporto è possibile ma causa dolore: si parla allora di Dispareunia, che può essere superficiale oppure profonda se il dolore si manifesta a penetrazione completa.
Nelle donne che soffrono di vaginismo, questo muscolo è contratto eccessivamente ed in modo involontario, dando la sensazione di "avere un muro lì".
Infatti le conseguenze di ciò sono: difficoltà ad utilizzare assorbenti interni, a sottoporsi alla visita ginecologica, penetrazione difficile e dolorosa o addirittura impossibile, evitamento dell'intimità, perdita di autostima e fiducia in sè e in alcuni casi depressione.
Possono esserci vari fattori che possono contribuire e agire da fattori predisponenti, precipitanti o di mantenimento del problema sessuale.
Nella dispareunia superficiale, quindi di dolore all'inizio della penetrazione, è frequente il riscontro di infezioni della vagina (esempio infezione da Candida) o delle vie urinarie (esempio cistiti), lacerazioni da parto, episiotomia, ridotta lubrificazione, alterazione dei tessuti che si riscontrano spesso in menopausa, diminuita elasticità delle pareti vaginali e ipertono pelvico.
Nella dispareunia profonda, quindi dolore a penetrazione completa, in genere si riscontrano malattie croniche dell'intestino, endometriosi, aderenze pelviche post-operatorie, infezioni urinarie ecc...
Sul fronte biologico va sottolineato come il muscolo perineale, contraendosi, restringe il diamentro delle tre strutture che circonda e sostiene:
- la vagina, con dolore ai rapporti (dispareunia) e vaginismo
- l'ano, con emorroidi e stitichezza di tipo ostruttivo
- l'uretra, con iperattività delle pareti vescicali, urgenza minzionale e cistiti dopo i rapporti (cistiti post-coitali).
Il vaginismo può essere:
- primario, se è comparso fin dal primo rapporto sessuale;
- secondario, se è comparso successivamente (eventi traumatici, interventi chirurgici, infezioni vaginali ricorrenti, problemi relazionali, cambiamenti di vita, partner...).
Esistono 5 gradi di vaginismo:
1°) spasmo dell'elevatore dell'ano, che scompare con la rassicurazione;
2°) spasmo dell'elevatore, che persiste durante la visita ginecologica;
3°) spasmo dell'elevatore e sollevamento delle natiche al solo tentativo di visita ginecologica;
4°) spasmo dell'elevatore, inarcamento dorsale, adduzione delle cosce, difesa e retrazione;
5°) la paziente rifiuta la visita.
Il vaginismo può essere associato a fobia della penetrazione, di grado lieve, medio o severo.
I principali cofattori psichici di vulnerabilità al vaginismo primario sono:
- tabù e inibizioni educative;
- sopravvalutazione della verginità;
- paura del dolore della prima volta;
- pregresse violenze o molestie sessuali;
- paura di gravidanze indesiderate;
- paura della gravidanza e del parto;
- immaturità psicosessuale e paura di crescere;
- conflitti relativi all'identità sessuale;
- scelta del partner di tipo tenero e non erotico;
- paura di staccarsi dalla famiglia d'origine.
I principali cofattori fisici di vulnerabilità al vaginismo primario sono:
- vescica iperattiva con incontinenza da urgenza;
- pregresso dolore genitale provocato;
- trauma genitale accidentale;
- conseguenza di mutilazioni genitali femminili rituali;
- ostacoli meccanici anatomici alla penetrazione.
La terapia quindi è mirata a rimuovere la causa scatenante attraverso un approccio multidisciplinare aiutando la donna ad accettare gradualmente la penetrazione e far si che da essa possa trarre solamente piacere e non dolore.
Ricordate che una diagnosi precoce e un'immediata richiesta di aiuto terapeutico ottimizzano il successo e la velocità della cura (perchè il desiderio è ancora presente e la motivazione alla guarigione è elevata).
GLI ERRORI DA NON COMMETTERE...
- Chiudersi in sè stesse per vergogna;
- Aspettare, pensando che "il tempo risolverà tutto". In realtà il passare del tempo cronicizza il problema e lo rende di più difficile soluzione, non tanto "tecnicamente", quanto perchè la relazione di coppia tende a diventare amicale-fraterna e a perdere progressivamente l'atmosfera erotica, con il rischio di amarsi ma di non desiderarsi più;
- Rimandare la soluzione del problema fino al momento in cui si desiderano figli;
- Accettare soluzioni chirurgiche;
- Accettare psicoterapie generiche.